La lectio
Con questo termine, nelle università medievali fino a tutto il Rinascimento, si intendeva una lettura,
cui faceva seguito un commento, delle opere di alcuni “auctores” storici, filosofici o teologici, oltre che della stessa Bibbia. Dagli anni ’80 a “lectio” si aggiunse la parola “divina” ad indicare la meditazione che un Abate, o un’Abbadessa, trasmetteva ai propri confratelli o consorelle una volta al giorno, solitamente nell’ufficio mattutino. Non sono un monaco, o per lo meno non più per varie ragioni, ma nel mio percorso spirituale ho ritenuto, negli anni, scrivere delle meditazioni su quel Vangelo, letto e studiato molte volte, che un giorno scelsi di considerare da un punto di vista cronologico. Quello che leggerai, quindi, non sono degli scritti che pretendono di insegnare qualcosa a un ignorante, non è il lavoro di una persona che si ritiene superiore a tal punto da voler indottrinare qualcuno, ma il risultato di un insegnamento che è stato rivolto prima di tutto a me stesso e che ora condivido.