Solitamente un sito ha un autore che si fa conoscere, “uno che ci mette la faccia”. Ti dirò che preferisco restare anonimo non per umiltà. Di fronte a Dio non ci sono titoli accademici, ma solo peccatori tra i quali alcuni hanno ricevuto la grazia del perdono e io sono uno dei tanti. Qui sarò una voce, anzi, una parola scritta. Posso dire di avere fatto degli studi umanistici, anche teologici, di vivere nel Nord Italia e, soprattutto, di avere vissuto un tempo in cui mi ritenevo indipendente dalla Parola di Dio fino a quando la mia sete di pace –
Dalla mia prima esperienza cristiana, quindi dalla mia immaturità, sono passati molti anni: sia nella mia professione che fuori ho conosciuto e constatato la cattiveria dell’uomo, l’invidia e il livore che domina tanti esseri. In alcuni casi ne sono rimasto vittima, in altri sono stato testimone di drammi e sofferenze causati dall’egoismo, in altre ho fatto del male. Nel mio cammino ho fatto cose giuste e cose sbagliate, ho sofferto e fatto soffrire, ho speso energie spesso invano e ho pagato inevitabilmente, in un modo o nell’altro, i miei errori. La storia che ognuno di noi ha non è poi così diversa l’una dall’altra: ci caratterizza come esseri umani, “schiavi della nostra stessa schiavitù”, ha la defettibilità come denominatore comune per cui posso definirmi un imperfetto o, secondo la Scrittura, un perdonato che, nonostante tutto, continua a sbagliare.